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domenica 26 settembre 2010

sabato 25 settembre 2010

la setta dei beati paoli.

La società nacque, secondo il marchese di Villabianca, dallo strapotere e dai soprusi dei nobili che amministravano direttamente anche la giustizia criminale nei loro feudi.







È difficile trovare documentazioni che ne convalidino l'esistenza e l'operato anche perché i racconti della tradizione popolare erano esclusivamente orali. Ne risultano perciò molteplici teorie non concordanti tra loro che oscillano da una affermazione della loro storicità al convincimento che ci si trovi di fronte ad una invenzione letteraria, mentre è più facile trovare documentazione a partire dalla fine '800 su una diffusione in Sicilia di una convinzione popolare sull'effettiva storicità dei fatti.
Ad essi molti si sono richiamati per originare storicamente la nascita della mafia.
Nelle uscite del 20 e 30 dicembre 1836 del periodico palermitano Il Vapore, Vincenzo Linares pubblica il racconto I Beati Paoli. Nel 1909 Luigi Natoli fa del tema l'oggetto di un fortunato romanzo d'appendice, anche questo intitolato I Beati Paoli. La riedizione del romanzo proposta nel 1971, da Flaccovio editore, con un saggio introduttivo di Umberto Eco ha giovato molto alla conoscenza della vicenda tra un pubblico più vasto, indipendentemente dall'irrisolto problema di quali siano gli elementi romanzati e quali quelli storici nello scritto del Natoli.
Secondo lo scrittore la Palermo sotterranea nella quale si movevano e si riunivano segretamente i Beati Paoli si trova per la precisione sotto il quartiere del Capo in un reticolo di cunicoli e caverne appartenenti ad un'antica necropoli cristiana che si trova tra la chiesa di Santa Maruzza e il vicolo degli Orfani.

Ne Il ritorno di Cagliostro s'immagina che il regista Pino Grisanti abbia girato su di essi un film, oggi dimenticato, dal titolo Gli invincibili Beati Paoli.

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